Restituiamo
ai nostri figli il senso cristiano di questa festa
Trick or treat? Scherzetto o dolcetto?
Il mercato ha ormai imposto questa
domanda all'attenzione dei consumatori globali, trascinando con sé rituali e
travestimenti fino a dieci anni fa inusitati nel nostro Paese. E così ogni
fine ottobre, nelle famiglie italiane, torna un interrogativo previo: vietare
o lasciar correre? Un interrogativo che i genitori cristiani sentono talvolta
più pungente, per la banalizzazione della morte e lo scippo delle feste di
questo periodo che Halloween porta con sé, sebbene fin dall’origine del nome
- derivante da All Hallow’s Eve, ‘vigilia di tutti i Santi’ - risuoni
esplicito il riferimento alla celebrazione della Chiesa trionfante che,
almeno dal 731, è collocata al 1° novembre. Ma quel richiamo originario si è
paganizzato e corrotto fino a rendere irriconoscibile il volto religioso
della ricorrenza.
È quasi impossibile blindare la mente
dei figli da ciò che la cultura dominante ha sdoganato con tanto entusiasmo.
Piuttosto che opporre silenzi
risentiti o dinieghi assoluti, perché allora non approfittare del carnevale
delle zucche per tramandare alle nuove generazioni il senso delle nostre
feste, quelle cristiane? Possediamo una verità, non una leggenda, da comunicare
loro.
La censura non paga, anzi rischia di
scatenare un interesse ancor più acceso. Intendiamoci: è giusto diffidare di
Halloween se la ‘festa' dà troppa confidenza al macabro, all’occulto, alla
superstizione, tanto più se diamo credito’ e in questo campo sì che non c'è
da scherzare ‘all'idea che dietro il suo apparato scenografico si nasconda il
potere delle lobby esoteriche’. Il più delle volte, però, le richieste dei
figli sono innocenti. E l’usanza di passare in cerca di bon-bon per le case
del quartiere o le scale del condominio - scortati da adulti, certo - può
perfino risultare gradita a qualche vicino solo.
Setacciare il ‘buono’ e il ‘cattivo’
di questa tradizione non più estranea alla nostra società, pertanto, è già un
primo lavoro educativo che si può utilmente sbrigare in famiglia. Ma per i
genitori cristiani c’è un altro aspetto essenziale da salvaguardare: la
proposta alternativa, che in questo caso significa riandare alla certezza
dell'eternità.
Sarebbe comunque una resa lasciare in
mano ai venditori di cadaverini e maschere horror l'iniziativa di ‘spiegare’
ai nostri figli il significato della morte. Su questo terreno non possiamo
non accompagnarli. A chi giova bandire lo zombie di Halloween se si ha paura
di andare insieme al cimitero? Che senso ha che i bambini imparino a memoria
i nomi di tutti i ‘signori delle tenebre’ che compaiono su giocattoli e carte
magiche, se non sanno ricordare quelli dei loro parenti che riposano in
attesa della Risurrezione? Non siamo talora proprio noi, adulti battezzati,
refrattari per primi a parlare di croci, trapassi e anime destinate al
Paradiso? Altro che “poverini, i piccoli ‘'impressionano”. Ben venga allora
Halloween se dà occasione per vivere la Commemorazione dei defunti in modo
meno superficiale. Bambini e ragazzi devono sapersi innestati nella catena ‘sacra’
di generazioni che ci ha preceduto.
In questo viaggio, Cristo ha poteri e
misteri di gran lunga più stupefacenti di Jack della Lanterna. Facciamoglielo
scoprire.
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