GENDER A SCUOLA - APPELLO ALLE FAMIGLIE: OPPONETEVI!

Un nostro amico, padre di famiglia, ci ha consigliato di inviare questo breve appello ai genitori, facendo anche il riepilogo della situazione attuale riguardo al gender nelle scuole e ai mezzi che le famiglie hanno a disposizione per opporsi a eventuali tentativi concreti di introduzione della prospettiva di genere nelle scuole dei loro figli …
Dopo l’approvazione del ddl “Buona scuola” alla Camera si conferma la volontà del Governo di promuovere lateoria di genere nel sistema nazionale d’istruzione. Molti non hanno capito (o voluto riconoscere) la gravità del fatto, sostenendo che quando la riforma si riferisce a “violenza di genere” si tratterebbe solo di violenza contro le donne.
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In realtà, come abbiamo più volte spiegato, il comma 16 della riforma rinvia alle tematiche di cui all’art. 5 comma 2 della legge 119 del 2013, che oltre alla “violenza di genere” si riferiscono alla “discriminazione di genere”, anche per quanto riguarda le attività curricolari. Due importanti strumenti interpretativi ci consentono di dire che qui il termine“genere” è cosa diversa dal sesso biologico e coincide con il significato attribuitogli nel contesto della teoria di genere:
Bludentalla legge 119 applica di fatto la Convenzione di Istanbul che è proprio la prima convenzione internazionale in cui è chiarissimo il nuovo significato del termine “genere” e nella quale ci si riferisce anche all’identità di genere. In secondo luogo, l’art. 5 della legge 119 si riferisce a un “Piano d’azione straordinario”, dei ministeri competenti, nel quale è evidente l’approccio di genere (in particolare al paragrafo 5.2).
E’ stata emanata nello stesso periodo una circolare dal Ministero dell’Istruzione (vedi qui) che sembra andare in senso inverso, ribadendo cioè la necessità del consenso informato dei genitori. Ma, appunto, la circolare non aggiunge nulla di nuovo, limitandosi a “ribadire” alcuni diritti dei genitori. Rispetto alla legge, la circolare non conta praticamente nulla.
In questo contesto, tocca anzitutto alle famiglie difendersi. Esse non sono sole, e possono fare molto se agiscono con intelligenza e in sinergia con altre famiglie e con le associazioni. Consigliamo alle famiglie di:
fare rete: “allearsi” ad altre famiglie che condividono le stesse preoccupazioni e informare altri genitori. L’azione in comune sarà sempre più incisiva che l’iniziativa di uno solo.
conoscere bene gli insegnanti. Nella maggior parte dei casi saranno persone ragionevoli e di buon senso che devono sentirsi sostenuti da voi e dai vostri figli, soprattutto in sede di Consiglio di Classe. Se invece incappate in docenti ideologizzati e/o irragionevoli, fate sentire loro, in modo educato e rispettoso, ma fermo, che siete presenti e vigilanti.
dialogare maggiormente con i propri figli: farsi raccontare, tranquillamente, senza condizionarli, quello che hanno imparato durante quel giorno di scuola e, qualora ci siano state attività particolari, insolite, se riguardavano l’amore, le differenze tra bambini e bambine, famiglie particolari, ecc.
leggere attentamente il POF (Piano Offerta Formativa). Leggere attentamente tutte le circolari e gli avvisi che i ragazzi portano a casa. Chiedete loro di essere attenti e puntuali nel consegnarveli.
partecipare attivamente, se possibile, alle riunioni organizzative o di gestione a ogni livello, entrando a far parte dei Consigli d’istituto e proponendosi come rappresentanti di classe. Far mettere a verbale le vostre opinioni, richieste, proteste. Ricordate che la burocrazia si nutre di pezzi di carta, ma al contempo li teme: protestare a voce può servire a poco. Scrivete e chiedete “cortese riscontro scritto” entro un tempo ragionevole.
- quanto alle attività extracurricolari, inviare in ogni caso la lettera di richiesta del consenso informato. La richiesta deve essere depositata in segreteria e protocollata. Se vi fanno storie mandatela per posta raccomandata AR. Se siete informatizzati e volete risparmiare potete mandarla per PEC.
- se si scoprono iniziative ispirate al gender o all’omosessualismo, soprattutto nell’ambito delle attività curricolari,inviare lettere di protesta anche ai presidi e informare associazioni come la nostra. E’ importantissimo coinvolgere le associazioni in questi casi, perché spesso solo queste possono esercitare una “pressione” sufficiente a bloccare o ridimensionare certe iniziative.
Coraggio, famiglie: il futuro dei bambini è nelle vostre mani!
Redazione Pro Vita

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’


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