Il Comitato Difendiamo i nostri figli offre
alle famiglie una serie di consigli pratici per tutelare la loro libertà
educativa
Di Redazione
Roma, 13
Luglio 2015 (ZENIT.org)
Dopo
l’approvazione del ddl “buona scuola”, rimane aperta la controversia
sull’educazione all’ideologia del gender. La circolare ministeriale che
formalmente tutela il consenso dei genitori su questo particolare tipo di
‘lezioni’ ha lasciato insoddisfatte le famiglie e le associazioni ad esse
legate.
Perché la
situazione non sfugga dal controllo e la libertà educativa sia salvaguardata,
il Comitato difendiamo i nostri figli ha diffuso un vademecum ad uso dei
genitori, articolato in dieci punti:
- Ogni genitore deve vigilare con
grande attenzione sui programmi di insegnamento adottati nella scuola del
proprio figlio.
- In particolare, va attentamente
letto e studiato uno strumento denominato POF (piano offerta formativa).
In esso devono essere elencate chiaramente tutte le attività
d’insegnamento che la scuola intende adottare (attenzione: in alcuni casi
il POF è annuale, in altri triennale!)
- I genitori devono utilizzare lo
strumento del “consenso informato”:devono, cioè, dichiarare per scritto se
autorizzano, oppure no, la partecipazione del proprio figlio ad un
determinato insegnamento. Il consenso va consegnato in segreteria e
protocollato (obbligo di legge).
- A questo punto, si deve avere
ben chiaro che gli insegnamenti scolastici sono di due “tipi”: a)
insegnamenti curriculari, cioè obbligatori (ad esempio: italiano;
matematica, ecc..); b) insegnamenti extracurriculari, cioè facoltativi,
dai quali è lecito ritirare il figlio.
- Nel caso di insegnamenti
curriculari (ad esempio, insegnamento delicato a scienze naturali, con
nozioni sul corpo umano e sue funzioni, compresa la funzione riproduttiva)
si raccomanda che i genitori vigilino con grande attenzione, intervenendo
sul singolo insegnante e/o sul dirigente scolastico, qualora si scorgano
impostazioni in contrasto con i propri valori morali e sociali di
riferimento. Come sempre, più genitori si associano, maggiore è la forza
di contrasto.
- Ad oggi, l’insegnamento gender
è possibile soprattutto nei programmi di educazione all’affettività e alla
sessualità, oppure nei percorsi di “contrasto al bullismo e alla
discriminazione di genere”. Sono insegnamenti extracurriculari ed è
soprattutto a questi che si deve prestare speciale e massima attenzione.
- Il consenso/dissenso deve essere
formulato per ciascun singolo percorso/progetto/insegnamento (non deve
essere generico), va depositato in segreteria e deve essere protocollato
(obbligo di legge).
- Il genitore ha il diritto di
chiedere tutti i chiarimenti che vuole, coinvolgendo ogni istituzione
scolastica, ad ogni livello: consiglio di classe, consiglio di istituto,
consiglio dei professori, dirigente scolastico/preside.
- Si raccomanda di informare e
coinvolgere le associazioni dei genitori: AGE – segreteria.nazionale@age.it
; AGESC – segreteria.nazionale@agesc.it.
- L’articolo 30 della
costituzione italiana e l’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo sanciscono il diritto dei genitori all’educazione ed istruzione
dei figli: ogni genitore ha grande potere decisionale e – cercando di
aggregare altre famiglie – la possibilità d’intervento sugli organismi
scolastici diventa tanto più forte e positiva, soprattutto se sostenuta da
un’associazione genitori accreditata (AGE, AGESC).
A
conclusione del decalogo, il portavoce del Comitato Difendiamo i nostri
figli, Massimo Gandolfini, rivolge “un forte appello a tutti i genitori
affinché si sentano protagonisti diretti, offrendosi come “rappresentanti di
classe” ed entrando a far parte dei “consigli di istituto”.
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