Ecco, ora è il momento favorevole.
Tempus fuggit... si può vedere scritto su certi orologi
di vecchia fattura. E se lo dicevano gli antichi, quanto più è vero ciò nel
nostro momento storico. Si corre dappertutto: al lavoro, a casa, nella vita,
tutto sembra fatalmente condizionato dalla fretta. Eppure, se questa legge si
impone quasi automaticamente nella vita fisica, nella vita del cuore, quella
vita che, in fin de conti, conta per davvero, ha i suoi ritmi, che normalmente
si plasmano esattamente sul contrario della fretta, vale a dire nella calma, lo
stile tranquillo e pacato di ciò che vale per davvero.
Ebbene, il mercoledì delle ceneri è uno di questi momenti
del cuore, momento in cui siamo chiamati a fermarci un pò dal trambusto veloce
della vita e concentrarci, cioè osservare dove siamo... ma col cuore. Lo
dovremmo fare continuamente, ma il mercoledì delle ceneri e con esso la quaresima
può diventare veramente una terapia del cuore. Perché se il cuore non cambia,
non cambierà nulla per davvero nella vita. La madre chiesa ci aiuta a fare ciò
mettendoci di fronte dei segni tipici, proprio purché noi ne possiamo
approfittare come momento favorevole, dandoci dei segni concreti in questo
senso. Tra tanti segni, vi propongo di meditare un poco su 4 segni forti
presenti nella liturgia e nel vissuto cristiano del mercoledì delle ceneri.
Primo: il segno delle ceneri. Se guardiamo nella Bibbia, le ceneri sono simbolo della
penitenza (per esempio, il libro di Giona), ma anche il segno della fragilità
umana: ricordati che polvere sei e in polvere ritornerai, -recita una delle
formule proposte per le imposizioni delle ceneri-. Quante volte non sperimentiamo
questa dimensione della fragilità della condizione umana! Il coronavirus ce lo
dimostra ancora una volta, con tanta intensità, coniugata con il sentimento
dell’impotenza. Potremmo ampliare quest’ultima sfumatura, dicendo che le ceneri
sono anche simbolo dell’inutilità, visto che con le ceneri non si può fare
nulla se non buttarla. Ma le ceneri sono anche segno di ciò che è stato
bruciato. Vista la potenza della grazia di Dio, come non ricordarci che la
grazia veramente può farci risorgere dalla cenere, dalla polvere, visto che il
Signore, secondo uno dei racconti della Genesi, ha creato l’uomo proprio dalla
polvere, simbolo della povertà della condizione umana che, con l’azione della
grazia di Dio, può diventare, non solo un essere vivente, ma addirittura
l’immagine e somiglianza di Dio. Come può avvenire ciò? Certamente solo la
grazia di Dio può farlo. Ma essa è condizionata dalla nostra accoglienza.
Ebbene, proprio in questo senso, gli altri tre segni hanno il loro ruolo.
Il digiuno ci aiuta a purificarci da tutto ciò che ci
lega. E non si tratta solo di cibo, anche se, bisogna riconoscerlo, stiamo
vivendo un periodo storico dove questa dimensione della vita è tanto
pubblicizzata e condiziona tantissimo il tenore di vita di tutti i giorni. Quante
volte noi sentiamo: “ho mangiato quella cosa che era saporitissima,
buonissima... che mi ha rallegrato il cuore!”. Ma davvero? Il digiuno comporta
anche la verifica del nostro rapporto con tutto ciò che la nostra società ci fa
consumare con tanta golosità: bevande, sigarette, informazioni (quante notizie
inutili e fake news ingoiamo tutti i giorni!) che non fanno altro che
confonderci ed allontanarci dalla verità.. dalla Verità! Quanta dipendenza dal
telefonino e dai social media! Anche queste... magari soprattutto questo sono
oggetto del digiuno. Lancio la sfida a provare a vivere il mercoledì delle
ceneri senza il telefonino o il computer, nel senso di non chiamare o non
parlare con nessuno via social media: ciò non come rifiuto offensivo
dell’altro, ma come auto-gestione del cuore invitato ad ascoltare il Signore
che ci chiama alla conversione.
L’elemosina.
Quanto spreco in questo mondo, da una parte, e quanta fame e povertà,
dall’altra. L’elemosina, pratica strettamente connessa con una vita interiore reale,
è parte integrante del nostro rapporto vero con Dio. L’elemosina è un’altra
possibilità di verificare il vero centro della nostra vita: quanto dipendiamo
dalle cose che possediamo? Il segno dell’elemosina diventa un segnale di ciò
che è veramente dentro il nostro cuore.
Oltre queste, c’è il segno della Parola di Dio. Il mercoledì delle ceneri e con esso, tutta la
quaresima, devono essere sotto il segno dell’ascolto della Parola di Dio. Solo
quest’ascolto vero, profondo, può cambiare ciò che è necessario cambiare: il
cuore. Vediamo anche Gesù che fa l’esperienza del digiuno e vince le
tentazioni, rafforzando l’esercizio del digiuno, attraverso il ricorso alla
Parola di Dio.
Ecco quattro segni: le ceneri, il digiuno,
l’elemosina, la Parola di Dio, i quali, sfruttati bene faranno sì che il tempo che
vivremo come preparazione per la Pasqua non fugga semplicemente, ma diventi un
tempo favorevole, un kairos che ci permetterà di incontrare il Signore... tante
volte nascosto da noi stessi dietro le tante cose (secondarie) della vita.
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