“Il
mondo anela alla pace, ha estremo bisogno di pace. Eppure guerre, conflitti,
violenza dilagante, situazioni di instabilità sociale e di endemica povertà
continuano a mietere vittime innocenti e a generare divisioni tra gli individui
ed i popoli. La pace sembra a volte una meta davvero irraggiungibile! In un
clima raggelato dall’indifferenza e talora avvelenato dall’odio, come sperare
nell’avvento di un’era di pace, quale solo sentimenti di solidarietà e di amore
possono propiziare?
Non
dobbiamo tuttavia rassegnarci. Sappiamo che la pace, nonostante tutto, è
possibile, perché iscritta nell'originario progetto divino.
Dio
volle per l’umanità una condizione di armonia e di pace, ponendone il
fondamento nella natura stessa dell'essere umano, creato «a sua immagine». Tale
immagine divina si realizza non soltanto nell’individuo, ma anche in quella
singolare comunione di persone che è formata da un uomo e da una donna, uniti a
tal punto nell'amore da divenire «una sola carne» (Gn 2, 24). È scritto
infatti: «A immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1, 27). A
questa specifica comunità di persone il Signore ha affidato la missione di dare
la vita e di prendersene cura formando una famiglia, e contribuendo così in
modo decisivo al compito di amministrare la creazione e di provvedere al futuro
stesso dell'umanità.
L’iniziale
armonia fu spezzata dal peccato, ma l’originario piano di Dio permane. La
famiglia resta, pertanto, il vero fondamento della società (Gaudium et Spes,
52), costituendone, come è detto nella Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo, «il nucleo naturale e fondamentale» (art. 16, 3).
Il
contributo che essa può offrire anche per la salvaguardia e la promozione della
pace è talmente determinante che vorrei alle Famiglie dedicare questo
messaggio, nella Giornata Mondiale della Pace, alla riflessione sullo stretto
rapporto esistente tra la famiglia e la pace. Confido infatti che detto Anno
costituisca per tutti coloro che intendono contribuire alla ricerca della vera
pace - Chiese, Organismi religiosi, Associazioni, Governi, Istanze
internazionali – un’utile occasione per studiare insieme come aiutare la
famiglia ad adempiere appieno il suo insostituibile compito di costruttrice di
pace.
La
famiglia, quale fondamentale e insostituibile comunità educante, è il veicolo
privilegiato per la trasmissione di quei valori religiosi e culturali che
aiutano la persona ad acquisire la propria identità. Fondata sull’amore e
aperta al dono della vita, la famiglia porta in sé il futuro stesso della
società; suo compito specialissimo è di contribuire efficacemente ad un
avvenire di pace.
Ciò
essa otterrà, innanzitutto, mediante il reciproco amore dei coniugi, chiamati
alla piena e totale comunione di vita dal senso naturale del matrimonio e ancor
più, se cristiani, dalla sua elevazione a sacramento; e, inoltre, attraverso
l'adeguato svolgimento del compito educativo, che impegna i genitori a formare
i figli al rispetto della dignità di ogni persona ed ai valori della pace. Tali
valori, più che essere «insegnati», devono essere testimoniati in un ambiente
familiare che viva al suo interno quell'amore oblativo capace di accogliere
l'altro nella sua diversità, facendone propri i bisogni e le esigenze e rendendolo
partecipe dei propri beni. Le virtù domestiche, basate sul rispetto profondo
della vita e della dignità dell'essere umano, e concretizzate nella
comprensione, nella pazienza, nell'incoraggiamento e nel perdono reciproco,
danno alla comunità familiare la possibilità di vivere la prima e fondamentale
esperienza di pace. Al di fuori di questo contesto di affettuose relazioni e di
operosa e reciproca solidarietà, l'essere umano «rimane per sé stesso un essere
incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato
l'amore, . . . se non lo sperimenta e non lo fa proprio» (Enciclica Redemptor
Hominis, 10). Un tale amore, peraltro, non è fuggevole emozione, ma intensa e
durevole forza morale che ricerca il bene altrui, anche a costo del proprio
sacrificio. L’amore vero, inoltre, si accompagna sempre alla giustizia, tanto
necessaria alla pace. Esso si protende verso quanti si trovano in difficoltà:
coloro che non hanno famiglia, i bambini privi di assistenza e di affetto, le
persone sole ed emarginate.
La
famiglia che vive, anche se in modo imperfetto, questo amore, aprendosi
generosamente al resto della società, costituisce l’agente primario di un
futuro di pace. Una civiltà di pace non è possibile se manca l’amore!”
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