“I Migranti ed i rifugiati oggi” è stato il tema portante del
65° Anniversario della Fondazione della Missione Cattolica Italiana di Amburgo
a cui ha preso parte, in qualità di relatore, l’Arcivescovo di Potenza-Muro
Lucano-Marsiconuovo, S. E. Mons. Salvatore Ligorio. Nella sua relazione tenuta
sabato 9 settembre, il prelato ha sottolineato come l’uomo «creato a immagine
di Dio» è un pellegrino che, come Abramo: «lascia la sua terra» e va’ dove il
Signore gli indica. Pertanto, fin dall’origine, l’uomo «è un viandante» e «non
un girovago». «Nel mondo – ha aggiunto l’Arcivescovo- ci sono 250 milioni di
uomini in cammino e 65 milioni di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo». In
questo contesto pertanto «è importante coniugare umanità e legalità». Come? La strada
è indicata da Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della Giornata
mondiale del rifugiato attraverso 4 verbi: accogliere, proteggere, promuovere,
integrare. «Accogliere – ha detto Mons. Ligorio – per fare loro costruire una
vita dignitosa, per contribuire a migliorare le condizioni della loro terra
natia. Dobbiamo accogliere – ha ribadito – il loro desiderio di futuro». Il
verbo “proteggere” significa invece: «farsi prossimo, condividere e tutelare un
cammino» ma anche: «costruire un percorso protetto, un corridoio umanitario per
non essere sfruttati da trafficanti di esseri umani ma essere protetti e
accompagnati nella libertà di partire». Secondo l’Arcivescovo dunque, bisogna
«promuovere le loro capacità le loro abilità» acquisite «negli studi» con
l’obiettivo di «superare la mera assistenza». «L’integrazione – ha aggiunto – è
una nuova cittadinanza» che nasce attraverso «la possibilità di partecipare,
associarsi e realizzare i propri sogni. Ciò implica dialogo, formazione e
inclusione che tenga conto delle esigenze e della specificità dei territori e
delle comunità di accoglienza». Non basta solo accogliere ma bisogna facilitare
il ritorno nel proprio paese «accompagnandoli in un processo che promuova le
persone nella loro terra favorendo le infrastrutture sociali e sanitarie». Per
Monsignor Ligorio servono: «approcci nuovi, interdisciplinari e scevri da
pregiudizi aperti a un confronto ampio e costruttivo». L’Arcivescovo alla fine
del suo intervento ha ricordato le parole del “Motu proprio” che istituisce il
Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: “In tutto il suo
essere e il suo agire, – è scritto nel documento – la Chiesa è chiamata a
promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo. Tale sviluppo
si attua mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della
pace e della salvaguardia del creato”.
La due giorni dell’Arcivescovo Ligorio si è conclusa
domenica 10 settembre. Ha infatti presieduto la celebrazione eucaristica che ha
chiuso il 65° Anniversario della Fondazione della Missione Cattolica
Italiana di Amburgo.
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