PALAZZO ITALIA BUCAREST: PRIMO FORUM SUL DIALOGO INTERRELIGIOSO (15/11/2016)
Il dialogo tra le religioni è un segno dei tempi che la Chiesa Cattolica ha accolto e che ha coinvolto in prima persona la Missione Cattolica Italiana di Amburgo, la Patriarchia Ortodossa Rumena e Palazzo Italia Bucarest, che unitamente all’Associazione Lucani nei Balcani e all’Associazione Prima Persona e V. di Amburgo hanno promosso oggi il Primo Forum sul Dialogo Interreligioso. All’evento moderato dal giornalista Tony Mazzaro nella prima parte e nella seconda dalla giornalista la dott.ssa Cleopatra Lorintiu, sono intervenuti religiosi quali il Prof. Don Pierluigi Vignola (Fondazione Migrantes - Missione Cattolica Italiana ad Hamburg), il Prof. Emanoil Babus, Professore della Facoltà Teologica Ortodossa presso l'Università di Bucarest - titolare della sezione Bizantinologia, Suor Maria Michaela Martiniello (Fondazione “Victorine le Dieu”), il Rev.do Prof. Wilhelm Danca, Decano della Facoltà di Teologia Cattolica presso l’Università di Bucarest e Rettore dell’Istituto Teologico Romano-Cattolico, il dott. Dirar Kutaini, Presidente del Centro Culturale Europeo Romeno-Panarabo, il Dr. Ilie Valentin della Facoltà Teologica Ortodossa Justinian Patriarhul di Bucarest e rappresentanti istituzionali tra i quali S.E. Miguel Maury Buendìa, Nunzio Apostolico in Romania e Moldavia, il Dott. Diego Brasioli, Ambasciatore d’Italia in Romania, l’Arcivescovo Ortodosso Armeno S.E. Mons. Datev Hagopian e il dott. Mihaly Zoltan Nagy, Vice-Presidente dell’Istituto Rumeno di Cultura. Il dialogo interreligioso – ha sottolineato Giovanni Baldantoni, Presidente di Palazzo Italia Bucarest - rientra a pieno titolo nella missione di evangelizzazione della Chiesa Cattolica e favorisce il rafforzamento della propria identità attraverso un atteggiamento preliminare di rispetto per l’altro e di fiducia. Nel 50.mo anniversario della Dichiarazione Conciliare “Nostra Aetate” sulle relazioni della Chiesa Cattolica con le religioni non cristiane – ha aggiunto – l’iniziativa assume una maggiore rilevanza di comprensione tra culture, sensibilità ideali e religioni diverse. “A causa della violenza e del terrorismo – hanno sostenuto i relatori intervenuti - si è diffuso un atteggiamento di sospetto o addirittura di condanna delle religioni. In realtà, benché nessuna religione sia immune dal rischio di deviazioni fondamentalistiche o estremistiche in individui o gruppi, bisogna guardare ai valori positivi che esse vivono e che esse propongono, e che sono sorgenti di speranza. Si tratta di alzare lo sguardo per andare oltre. Il dialogo basato sul fiducioso rispetto può portare semi di bene che a loro volta diventano germogli di amicizia e di collaborazione in tanti campi, e soprattutto nel servizio ai poveri, ai piccoli, agli anziani, nell’accoglienza dei migranti, nell’attenzione a chi è escluso. Possiamo – hanno evidenziato i religiosi intervenuti - camminare insieme prendendoci cura gli uni degli altri e del creato. Tutti i credenti di ogni religione. Insieme possiamo lodare il Creatore per averci donato il giardino del mondo da coltivare e custodire come un bene comune, e possiamo realizzare progetti condivisi per combattere la povertà e assicurare ad ogni uomo e donna condizioni di vita dignitose”. L'umanità – è l’insegnamento di Papa Francesco - ha bisogno della pace sempre, ma ancor più ne ha bisogno ora, dopo i continui tragici eventi che hanno scosso la sua fiducia e in presenza dei persistenti focolai di laceranti conflitti che tengono in apprensione il mondo. È doveroso, pertanto, che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità, facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l'uomo”.
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